Il Papa qualche giorno fa di fronte ad una platea sindacale ha lanciato l’idea di un nuovo patto sociale: meno ore di lavoro per chi è vicino alla pensione per dare più lavoro ai giovani.
Papa Bergoglio ha sollevato il tema perché giustamente colpito dal livello spaventoso della disoccupazione giovanile e dall’apparentemente paradossale aumento del tasso di occupazione nella fascia più anziana dei lavoratori (un effetto della legge Fornero sull’età pensionabile).
Siccome il Papa è il Papa e la sua affermazione sposa perfettamente il sentire comune, c’è il rischio che le sue parole vengano abbracciate dai politici e prendano la forma di una misura normativa. E’ un rischio perché se lo facessimo commetteremmo un errore. Purtroppo infatti non funziona così.
Gli economisti ce lo confermano e ci dicono che non esistono correlazioni tra l’uscita anticipata degli anziani e l’aumento degli ingressi dei giovani. (http://www.nber.org/papers/w14647 e http://wol.iza.org/articles/effect-of-early-retirement-schemes-on-youth-employment.pdf).
Le parole del Papa sulla staffetta anziani-giovani avrebbero senso solo se il mercato del lavoro fosse come una squadra di calcio dove tutti i calciatori guadagnano la stessa cifra e hanno lo stesso rendimento. Mandare in panchina i trentacinquenni e sostituirli con i ventenni porterebbe ad uno scambio equo (chi ha avuto si riposa e lascia il posto a chi deve avere) e indolore (il rendimento complessivo della squadra non cambia).
Per certi aspetti nell’economia fordista del novecento le dinamiche potevano essere assimilabili: un bullone avvitato da un sessantenne poteva essere benissimo avvitato da un ventenne senza costi di sostituzione e impatti sulla produttività e sul costo del lavoro. Ma il terzo millennio ci offre un mondo del lavoro completamente diverso. Le mansioni esecutive e ripetitive (avvitare un bullone) sono una componente minoritaria (sempre più appannaggio delle macchine) dei lavori. La produttività del lavoro oggi è figlia di un mix di mille componenti (competenze, esperienza, personalità, energia/motivazioni, creatività, equilibrio emotivo) per cui è impossibile pensare che qualsiasi lavoro svolto da un sessantenne sia perfettamente sostituibile dallo stesso lavoro svolto da un trentenne.
Paradossalmente anzi se seguissimo il suggerimento del Papa la situazione peggiorerebbe perché l’anticipo pensionistico avrebbe un costo per lo stato, che lo stato ribalterebbe attraverso debito e fiscalità sui più giovani (sta già accadendo con la “Ape social”).
Per aumentare l’occupazione dei giovani non esistono scorciatoie. La via maestra è un colossale investimento in scuola e università. Solo le competenze ci salveranno.
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